5 NOVEMBRE: GIORNO MONDIALE CONTRO LA CACCIA ALLE BALENE!

Il 5 novembre è stata scelta come la giornata mondiale contro la caccia alle balene, creature che vengono massacrate a colpi di arpione in un vero e proprio mare di sangue: la loro agonia può durare ore..
Non è una data scelta a caso, ma il giorno in cui il Giappone aprirà in modo ufficiale l'orrenda mattanza. I video riportano scene spaventose: ascoltate le loro urla silenziose...la morte lenta ed orribile che devono affrontare. In questo giorno migliaia di persone si incontreranno davanti alle ambasciate giapponesi per chiedere di fermare lo scempio inaudito che si sta per compiere. Divulgate a tutti i vostri contatti: pubblicate sui vostri siti, sui blog, sugli spaces, inviatele via mail ai vostri amici.
Chi può partecipi alla protesta che si terrà a Roma in tale data, come da volantino allegato, ma anche i messaggi di sdegno inviati agli indirizzi riportati forniranno grande aiuto.
E’ necessario rendersi testimoni e diffondere questa vergogna, per arrivare a fermarla e a condannarla senza scusanti. 
Bairo & Staff 


Il 5 Novembre 2010 è stato scelto come “il Giorno Mondiale Contro la Caccia alle Balene” (WWAWD).

Questo Autunno il Giappone continuerà il suo tradizionale “programma di caccia ai cetacei”, una vera e propria mattanza documentata da varie associazioni tra cui Greenpeace, Oceanic Defense, ARC- Animal Rescue & Conservation, SaveJapanDolpphins.org e Sea Shepherd, questi ultimi tra i protagonisti del recente documentario... “The Cove”, vincitore nei premi Oscar 2010, il quale ha riacceso i riflettori su un tema più volte dibattuto dai mass media del Mondo, denunciando le atroci tecniche di mattanza e l’alto tasso di mercurio presente nelle carni dei delfini nella baia di Taiji.

È di qualche settimana fa la notizia dell’ingiusta condanna del responsabile Greenpeace della “Campagna Oceani” Giappone e del coordinatore “Azioni” della stessa, meglio noti come i “Tokyo Two”.I due attivisti giapponesi infatti, hanno agito per diversi anni smascherando la corruzione e il contrabbando della carne di balena da parte della flotta giapponese Nisshin Marui.

Oltre a invadere santuari (come quello dell’Oceano Antartico) e altre zone protette dove la caccia è vietata, la flotta giapponese perpetua la sua attività illegale sbarazzandosi della carne in eccesso o denunciando meno vittime di quelle reali, rimuovendo noduli cancerosi dalle carni e mascherando altre alterazioni anatomo-patologiche (manifestazione di patologie che rendono la carne non adatta al commercio) e lavorando in condizioni proibitive. Al contrario la flotta dichiara di agire a scopi di ricerca per evitare il blocco della propria attività e le sanzioni che ne conseguono.
E c'è di più, infatti durante la mattanza di odontocetii nella baia di Taiji e negli Oceani gli esemplari più giovani vengono catturati e immessi nel mercato mondiale dei delfinari e degli acquari, che priva questi esemplari della loro naturale libertà e dignità di vita costringendoli a restrittivi addestramenti e ad un'esistenza che va contro la loro natura
Nel Mondo quasi il 65% dei delfini nei parchi proviene da ingiustificate catture in mare.

Con questa loro attività violano esplicitamente e raggirano la Convenzione di Washington.
Infatti con la fraudolenta alibi di difesa delle proprie risorse ittiche il Giappone si sente libero di sacrificare i delfini predatori delle stesse a vantaggio del mercato alimentare e di quello del "divertimento" ma in realtà è proprio dello sfruttamento insensato dell'industria ittica la responsabilità della riduzione di numerose specie di pesci.

Dopo l’ultima riunione annuale, avvenuta lo scorso Giugno ad Agadir in Marocco, la IWC ( Commissione Baleniera Internazionale) non ha raggiunto alcun tipo di accordo che soluzioni il problema di migliorare la tutela e il benessere dei cetacei. Per cui Giappone, Islanda e Norvegia in primis ma anche Danimarca e altre realtà, possono continuare a massacrare liberamente con sistemi eticamente barbari migliaia di esemplari di cetacei anche in via di estinzione.

Il 5 Novembre 2010 ci sarà una dimostrazione internazionale contro la caccia alle balene, giorno in cui il Giappone aprirà “ufficialmente” la stagione di caccia.
Ogni paese al Mondo protesterà pacificamente con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica ma soprattutto per far sentire la propria voce contro questa primitiva, incivile, barbara, ottusa attività priva di qualsiasi significato che lede alla tutela della biodiversità del Pianeta.

L’idea è nata e parte da Philadelphia, in Pennsylvania, ed in pochissimo tempo si è diffusa in tutti gli Stati Uniti e in tutto il Mondo, dove migliaia di persone il 5 Novembre 2010 saranno unite davanti alle Ambasciate Giapponesi per gridare “NO ALLA CACCIA AI CETACEI”.

Si puo' partecipare altrettanto attivamente inviando MAIL DI PROTESTA

all'Ambasciata del GIAPPONE in Italia "Mr Ambassador Hiroyasu Ando"
all'indirizzo: http://de.mc265.mail.yahoo.com/mc/compose?to=culturale@ro.mofa.go.jp
Tel: (+39)-06-487-991, Fax:(+39)-06-487-3316.
?

Alla Reale Ambasciata di NORVEGIA in Italia "Mr Ambassador Einar M. Bull"e-mail: http://de.mc265.mail.yahoo.com/mc/compose?to=emb.rome@mfa.no
Via delle Terme Deciane 7
00153 Roma
Telefono +39 06 5717031,Fax. +39 06 57170326.

Al Consolato d' ISLANDA a Romaemail.: http://de.mc265.mail.yahoo.com/mc/compose?to=gadisl@tin.it
Via Flaminia n° 441 - 00196 Roma - Tel.: 06.3231840
o alla sede Generale di Milano
e-mail: http://de.mc265.mail.yahoo.com/mc/compose?to=info@consolatoislanda.it .

Alla Reale Ambasciata di DANIMARCA in Italia "Mr Ambassador Gunnar Ortmann"e-mail: http://de.mc265.mail.yahoo.com/mc/compose?to=romamb@um.dk
Via dei Monti Parioli, 50 - 00197 Roma
Tel. 069774831 - Fax 0697748399.

Per i contenuti della mail basta solo manifestare chiaramente la propria disapprovazione per dimostrare che si è pienamente coscienti della loro attività di mattanza.
Eventualmente potete riportare dei passaggi della presentazione qui sopra o prendere spunto da questa pagina Fb in inglese: http://www.facebook.com/event.php?eid=152152904805810.

Inoltre è in atto da pochi giorni una PETIZIONE FOTOGRAFICA. Inserendo una vostra foto nel sito sotto riportato, potrete esprimere la vostra disapprovazione e salvare gli Oceani che ospitano queste meravigliose creature.

http://www.antiwhalingday.org/

I NOSTRI MARI E CHI LI ABITA HANNO BISOGNO DELL'AIUTO E DELLA PARTECIPAZIONE DI TUTTI!!!
VISIT THE WEB-SITE: http://www.wwawd.org/home.html


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Traduzione a cura di Sally - moderatrice Gruppo Bairo in Facebook



Il 5 Novembre 2010 è la giornata mondiale contro anti -caccia alle balene. 
protesta contro la flotta di caccia Giapponese!

Crudeltà e ingiustizie, intolleranza ed oppressione. Dove una volta queste balene avevano la libertà di muoversi e nuotare e tuffarsi a proprio piacimento ora ci sono navi con arpioni che le circondano e navi industriali pronte a macellarle.
  
Mi piace che molti di voi apprezzino il comfort della routine quotidiana -la sicurezza della famiglia,la tranquillità della ripetizione.Mi piacciono tanto quanto a chiunque. Ma nello spirito della commemorazione in relazione a quegli eventi importanti del passato di solito associati alla morte di qualcuno o alla fine di una qualche sanguinosa battaglia ,di  una celebrazione di una vacanza ho pensato che potremmo sottolineare questo 5 Novembre che  tristemente non è più ricordato prendendo un po' di tempo dalle nostre vite per sederci e fare una piccola protesta.

Ci sono naturalmente quelli che non vogliono parlare. Perchè? Perchè mentre lo sfollagente può essere usato al posto di una conversazione, le parole manterranno sempre il loro potere. Le parole offrono i significati per significare e per quelli che ascolteranno, l'enunciazione della verità. E la verità è :c'è qualcosa di terribilmente sbagliato nella caccia alle balene del Giappone,non è vero? Crudeltà e ingiustizie ,intolleranza ed oppressione.Dove una volta queste balene avevano la libertà di muoversi e nuotare e tuffarsi a proprio piacimento ora ci sono navi con arpioni che le circondano e navi industriali pronte a macellarle. Com'è accaduto? Chi è da biasimare? beh,certamente ci sono coloro che sono più responsabili di altri  e saranno accusati ma di nuovo ,la verità sia detta la verità ,se si cerca la colpa basti guardare alla commissione Internazionale di caccia alle balene.

Più di quattrocento anni fa un gran cittadino volle che il 5 Novembre si imprimesse per sempre nella nostra memoria . La sua speranza era far ricordare al mondo che equità giustizia e libertà sono più che parole ,sono prospettive. Perciò se non hai visto niente,se i crimini di quel governo rimangono sconosciuti a te allora ti suggerisco di far sì che il 5 Novembre passi inosservato.
ma se vedi quello che vedo io se senti ciò che sento io e se vuoi cercare come io cerco allora ti chiedo di starmi accanto Venerdì 5 Novembre 2010 fuori dal consolato generale onorario del Giappone e insieme daremo ,oro un 5 Novembre che non sarà mai dimenticato .

L'idea del giorno di protesta anti caccia alle balene è il risultato dell'indignazione degli AMericani verso il massacro implacabile di balene perpetrato da molti paese ,innanzi tutto il Giappone che massacra indiscriminatamente le balene nei santuari e in acque territoriali come   Australia,Nuova Zelanda e attorno all'the Antartico. In Giugno quest'anno in Marocco durante l'incontro della commissione internazionale di caccia alle balene  ,Il Giappone la Norvegia e l'Islanda hanno fatto lobby per sollevare la moratoria che è stata negata.A dispetto della decisione della Commissione il Giappone continua a massacrare le balene sotto la bandiera "ricerca scientifica" a dispetto del non aver pubblicato alcuna "ricerca" in alcuna rivista scientifica internazionalmente riconosciuta. Il 5 Novembre 2010 è stato scelto come giornata di dimostrazione internazionale contro la caccia alle balene perchè è il giorno in cui il Giappone apre ufficialmente la sua stagione di caccia.

Attraverso la creazione di un gruppo suFacebook l'idea iniziale di una piccola protesta localizzata a the Philadelphia si è trasformata in un evento mondiale con gruppi che si sono formati in diversi paesi che vanno dagli USA alla Nuova Zelanda dal Portogallo al Giappone. Ogni paese è libero di organizzare la propria protesta pacifica comunque seguendo il format deciso dal quartier generale di Philadelphia

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